Ma guarda un po'...eta: Mara Venuto


Mara Venuto è nata a Taranto, vive a Ostuni. Tra le sue pubblicazioni: i monologhi teatrali Leggimi nei pensieri (2008) e The Monster (2015, testo finalista al Mario Fratti Award 2014 di New York per la drammaturgia italiana); le raccolte poetiche Gli impermeabili (2016, menzione di merito al Premio internazionale Piero Alinari 2014) e Questa polvere la sparge il vento (2019, opera segnalata al Premio internazionale Bologna in Lettere 2018 – Sezione Raccolta inedita di poesie; menzione speciale al Premio Internazionale di Poesia Don Luigi Di Liegro 2020 – Sezione Raccolta edita di poesie). Ha curato e pubblicato numerosi altri volumi, tra cui un ciclo di pubblicazioni al femminile. Sue poesie sono state tradotte e pubblicate in polacco, inglese, russo, hindi, albanese e spagnolo. È inclusa in una trilogia di monografie dedicate alla poesia italiana femminile contemporanea (Macabor Editore, 2017). È stata ospite di numerosi Festival internazionali di Poesia, tra cui il IX Festival di Poesia Slava a Varsavia nel 2016. Suoi testi e corti teatrali su tematiche sociali – The Monster; Gli Eroi; Faith; Zitti zitti; Miché; N.N.; Gli Argini di Spoon River – sono stati premiati in ambito nazionale e internazionale e rappresentati con buon riscontro di pubblico e critica. A fine maggio 2021 è uscita la sua ultima raccolta poetica La lingua della città (Opera segnalata al Premio internazionale Bologna in Lettere” 2020 – Sezione Raccolta inedita di poesie) nella collana Letture meridiane diretta da Eleonora Rimolo per Delta3Edizioni.


(da Questa polvere la sparge il vento)

Sia santificato il dolore
e il cielo della notte dove nulla
può specchiarsi e vedere l'assente.
Nel buio scolpito di luce elettrica
scopriamo l'universo e la galassia
uniti da infiniti punti, mappe tracciate
irraggiungibili pur volendo.
 

* (da La lingua della città)

Sono nata e non ricordo,
il sangue le voci, non c’erano animali
o fuochi nella terra delle ragioni,
solo una bocca incapace di amore.
 
A settembre la città odorava di polvere e acqua,
la strada era un nido di passi
gazzelle e grembiuli neri
a coprire la bellezza dallo sporco.


[a cura di Diego Estevéz]

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