ECOPOESIE - Collezione II

ECOPOESIE - COLLEZIONE II

Introduzione
Con la seconda Collezione di Ecopoesie, Poetaretusei432 intende continuare, come promesso, a dar manforte al processo di sensibilizzazione verso le tematiche ambientali legate alla salvaguardia del pianeta, fortemente e visibilmente provato. L'urlo da esso lanciato, peraltro tardivamente interpretato dai nostri scienziati, ha costretto l'odierna società 'civile' a fare gli straordinari per porre rimedio a una situazione davvero critica. Così, ha dovuto frettolosamente intavolare una serie di progetti a breve scadenza, come l'Accordo di Parigi e l'Agenda 2030, solo per citarne alcuni, nel tentativo di 'mettere una pezza al buco'. Anche le nuove generazioni, bisogna sottolinearlo, con Greta Thunberg e Isra Hirsi in testa, stanno apertamente manifestando la loro preoccupazione per il futuro della Terra.
Ora, noi autori sensibili non possiamo che unirci, con l'Ecopoesia, al coro dei giovani (e non solo) ecologisti, con la speranza che essa possa, quantomeno, aprire una breccia nei cuori più duri.
I generosi autori che hanno aderito alla seconda Collezione, i quali il collettivo Poetaretusei432 vivamente ringrazia, sono: Annamaria Ferramosca, Giancarlo Baroni, Elisa Giglio, Marino Tarizzo, Stefano Urietti, Jhonny Ventalora, Giusirames, Adele Musso, Paola Salmè, Corrado Messina e il fotografo Felice Placenti.

Salvatore Randazzo
il 21 ottobre 2021


alberi
di Annamaria Ferramosca (Roma)
 
non sappiamo di avere accanto mappe di salvezza 
dispiegate nei rami 
gli alberi sono bestie mitiche 
invase dall’istinto fieri suggerimenti 
restare accanto 
non per generosità ma per pienezza 
-- intorno l’aria splende in rito di purità -- 
la terra tenere salda 
perché sia quiete ai vivi

gli alberi hanno strani sistemi di inscenare la vita 
prima di descrivere la morte 
s’innalzano 
con quei loro nomi di messaggeri 
le vie tracciate sulle nervature 
lo sgolare dei frutti 
sii migliore del tuo tempo dicono

devo 
far correre quest’idea sulla tua fronte 
devo 
e tu su altra fronte ancora 
e ancora prima 
                         che precipiti il sole



PRESTIGE E CATRAME
di Giancarlo Baroni (Parma)

(2002: la petroliera Prestige affonda al largo delle coste galiziane)

Il prestigio della nave
è finito sotto i nostri tacchi.
Il suo relitto giace

- simile a una piovra moribonda -
sul fondo dell’oceano.
Fili di sangue denso,

con il colore dell’inchiostro
e l’aspetto di lunghe collane,
si diffondono verso la costa

in direzione del vento.
Nel regno di Nettuno,
gli uccelli che sfidano la tempesta

e riposano nel mare
si dibattono in mezzo al catrame
come un’anima dentro i peccati più tristi.



KAOS
di Elisa Giglio (Modica, RG)

Sei mia, ti respiro, ti ingoio, ti schiaccio.

A ogni passo leggero

e scalzo mi nutro di te come avida figlia. Rinchiusa

questa terra come fosse un corpo

mi accingo a camminare, maschio e femmina, liberando l'anima,

piegata

negata

innamorata al ritmo del battito m'innalzo attorno alla mia gabbia, con elevate sensazioni di bellezza sorge l'invisibile,

discende-ascende.

Grida la grande madre generando rituali,

parla

senza rumore attorno al fuoco creando spazi e abbandoni di ricerca interiore, desiderio assoluto d'energia.

Vita trasformata in Dea,

Gaia sola ci nutre in pura attrazione,

senza limiti coglie la nostra ribellione educandoci.

Fonte divina dopo il "Caos" risorge l'immortale

furibondi la distruggiamo senza darle tempo,

lei che è il principio e la fine porta il mio corpo nuovo attraverso lo spazio ed il tempo.

Io sono tua.

"Sulla madre terra scrissi del tuo solco..."



IL PIANTO DELL'ALBERO
di Marino Tarizzo (Torino)

Piantalo, oggi, l'albero
nella sarabanda annuale
delle belle anime verdi.
Piantali ogni giorno, gli alberi
se vuoi restituire un po'
di respiro a tuo figlio.
Semina, oggi, il germoglio
di nuove vecchie radici
nel vaso sul tuo balcone
o lungo la collina incolta.
Spargi ogni giorno i semi
di alberi della foresta
dentro palline d'argilla
lungo pendii inariditi
da pesticidi intensivi.
Uomo che pianti gli alberi
o che semini il ravanello
e che se sei donna è uguale
brucia i germogli infertili
della semenza brevettata
dai siti dei grandi orchi
per rivendertela ogni stagione.
Uomo che pianti gli alberi
torna a raccogliere i semi
dei tuoi pomodori  antichi
o della verde maggiorana
e nuovamente sarai libero
stracciando le licenze sul germe.
Uomo che pianti gli alberi
nascondile quelle sementi
di stirpi del sapere perduto
per poterle scambiare ogni tanto
con altri guerrieri clandestini.
Allora verranno a cercarti
i rudi soldati dell'Impero
e ci troveranno con Julia
abbracciati a nuova sequoia,
ora che sarai ritornato uomo.



UOMO BIANCO UOMO NERO
di Stefano Urietti (Lusigliè, TO)

Uomo bianco cosa fai?
Uomo nero dove vai?
Se tu non ti sveglierai
Certo saranno guai

Non so perché nel mondo non c’è pace
Perché non rispettiamo la natura
La nostra nave affonda e tutto tace
E pare che nessuno abbia paura

Petrolio finirà verrà la notte
E freddo e fame e fumo di foresta
Tremanti torneremo nelle grotte
Non troveremo scampo alla tempesta

E già per l’acqua si combatte e muore
E l’aria stessa è avvelenata
Ben presto appassirà l’ultimo fiore
Parrebbe situazione disperata

Però nelle tue mani è la salvezza
E l’ultima a morire è la speranza
Frugalità di vita e la dolcezza
E mani nelle mani per la danza



ANIME E MOLECOLE

di Jhonny Ventalora (Catania)


Il sordo dolore umano indefesso

alla distruzione della naturale

atavica vita. Magia mangia anime

come molecole assurde schiacciate

dallo scellerato abominio della macchina.


Stoica natura, strumento struprato

dalla vile violenza umana al cospetto

degli dei delle montagne siamo ossa

che osano sputare verso l'Eden

imbruttito dalle mani ignoranti di uomini

inutili




VOCE E LAMENTO

di Giusirames (Siracusa)


Il canto del creato

lascia danzare

le verdi amanti 

e i giganti dal cuore buono. 

La voglia di vita rende euforico il mare 

che veste di bianco.

Un respiro affannato, 

di dolore, 

chiede attenzione, 

ma il silenzio fa male, 

è più forte di un tormento. 

Che sia la speranza a dargli pace!




VOLEVO ANDARE SULLA LUNA
di Adele Musso (Bagheria, PA)

Volevo andare sulla luna,
ma non ho fatto in tempo
volevo che il mio piede di donna,
minuto, curato,
imprimesse un sigillo su di te

buche, crateri, mari succhiati
siamo simili Luna
Le macchie buie
nessuna crema miracolosa
Distante, aspra,
storta, sottile, grassa
Non c’è aria
anche qui non si respira
Fecero a gara per te
“uomini del pianeta Terra posero piede
siamo venuti in pace per tutta l’umanità”

Devo restare sulla Terra, Luna
Sono isola
impronta minuscola
e immobile, Luna
Staserà ti guarderò dalla finestra aperta
Bisogna arieggiare
Un nemico invisibile
Un mare incrisium
ci annega
un volo, un allunaggio,
una tuta, un casco
siamo maschere

Resto Sentinella di me stessa,
Luna.
Un altro film
Un'altra terra



L'ALBERO 🌳
di Paola Salmè (Catania)

Albero bello,
TU SEI MIO!
Io ti guardo
e la tua forza
diventa forza in me.
La tua fierezza
fatta di foglie che si elevano
come mani e dita di una ballerina mentre danza...
Quella fierezza mi prende
l'Anima
e tira tutti i miei pensieri
verso l'Alto
e non ricordo più
che pesano più delle tue foglie.
Tu sei MIO!
Il mio Amore ti avvolge
quando ti abbraccio.
La mia Ammirazione è per te
tutte le volte che ti guardo...
Tu sei veramente MIO!



INSETTI
di Corrado Messina (Siracusa)

Il grande oceano
placido, sull'est,
aspettava l'alba
serafico di flemma.

Ma d'altra parte,
brutale, nell'ovest,
s'apparecchiava una notte
di violenza e tempesta.

E noi, sì navigavamo,
su d'esso, come falchi,
o avvoltoi
confidando in tutto nelle nostre ali.

D'insetto.

(Foto di Felice Placenti)

Commenti

  1. Vi ho letto tutti.
    Mi sono commossa ...!
    Salvo Randazzo...Bellissima Iniziativa ! ����❤❤❤

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  2. Grazie per avermi coinvolto come poeta in questo meritevole progetto.

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  3. grazie. la poesia, con la sua potenza visionaria, di sicuro farà crescere la sensibilità necessaria a proteggere il pianeta.

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    1. Siamo della medesima opinione, cara Annamaria! L'unione rende indubbiamente più vicino l'obiettivo!
      Grazie!

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  4. Ringrazio per aver accolto le mie povere rime (endecasillabi scritti tre anni fa).
    Copio un sonetto di quest'anno:


    Scarabeo

    Povero scarabeo addormentato!
    Da questo sonno non ti svegli più.
    Presto da tutti tu sarai scordato
    e i tuoi riflessi d'oro verdi e blu.

    Com'eri svelto e forte in mezzo al prato
    nel tempo bello della gioventù!
    Tu simbolo prezioso nel passato
    giaci tra l'erba. Dicono “Ei fu.”

    Ti osservo e penso che così per me
    presto finisce il tempo dell'estate:
    tra l'erba giacerò senza perché.

    Vos gratis accepistis gratis date
    senza sognare un Regno che non c'è.
    Non torneremo più. Dimenticate.

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    1. Grazie per il suo ulteriore contributo, davvero ben accetto!
      Ci auguriamo di ritrovarvi presto!

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  5. Letto quasi tutto, coinvolta in alcuni scritti e non in altri che mi sono ugualmente piaciuti. Diverse le emozioni che mi hanno attraversata durante le letture e forse anche ispirata. Grazie a tutti per i vostri componimenti.

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    1. Grazie per la lettura e per averci espresso la sua opinione, cara Oriana!

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