ECOPOESIE - Collezione IV

ECOPOESIE - COLLEZIONE IV

Introduzione
Nuove grandi manovre sono in atto per tentare di salvare il pianeta, eppure appare sempre più evidente che tra il dire e il fare ci sia di mezzo... l'oceano. I cosiddetti potenti della Terra si sono riuniti nell'arco di poche settimane prima a Roma per il G20 e poi a Glasgow per il Cop26, ma nemmeno il Premio Nobel per la Pace, Barack Obama, è stato risparmiato dalle critiche dei giovani ambientalisti, che attraverso un twit firmato dall’attivista Vanessa Nakate, gli hanno ricordato di aver tradito una promessa da "100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico" e che dunque "il Paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai fondi salvavita". Ma ce ne sono state anche per il suo successore, Donald Trump, reo di aver ritirato gli USA dall'Accordo di Parigi. Cina e Russia, invece, non c'hanno proprio messo piede né in Italia né in Scozia, troppo presi, evidentemente, dai loro affari.
A Glasgow, secondo Greenpeace, si sono verificati "sabotaggi ed egoismi da parte dei più potenti, mentre i Paesi più vulnerabili lottano per la propria sopravvivenza e giovani attiviste e attivisti protestano per ottenere giustizia". Insomma, in questo quadro, fatto di capricci e di "bla bla bla", per dirla con Greta, si inserisce la nostra quarta Collezione. Il collettivo Poetaretusei432 ringrazia vivamente i gentili autori che hanno aderito all'iniziativa: Franco Buffoni, Rita Greco, Stefania Bortoli, Angela Donna, Enrico Mario Lazzarin, Eleonora Marrone, Silvano Capussotti, Grazia Valente e il fotografo Felice Placenti.

Salvatore Randazzo
il 10 novembre 2021


AL TEMPO DELLA DOLCE VITA
di Franco Buffoni (Gallarate, VA)

A differenza di muschi e licheni
La crioconite – quel sedimento scuro
Visibile d’estate sulla superficie dei ghiacciai–
Conserva a lungo la radioattività,
Dai ghiacciai del Caucaso all’arcipelago artico
Passando per ciò che resta dei ghiacciai delle Alpi
La crioconite custodisce in abnormi quantità
Il Cesio-137 risalente all’86 chernobyliano
E persino gli isotopi di plutonio e americio
E il bismuto-207 riconducibili ai test nucleari
Effettuati in alta atmosfera al tempo della Dolce vita.
Come i polmoni degli ex fumatori
Ricordano anche ciò di cui il proprietario s’è scordato,
La crioconite s’erge a bestia-coscienza del secolo breve.



MADRE CHE SEI MADRE
di Rita Greco (Mesagne, BR)
 
E il cuore dell’ultimo uomo cantò:
madre che sei madre
e madre resti fino alla mia fine
madre anzitempo invecchiata per nostro disamore
per il colpo che ferisce, per l’errore
bocca sdentata senza più grido
buco ormai vuoto di risposte al nostro domandare;
 
madre che sei madre
e madre resti fino alla mia fine
estinto è il latte delle tue mammelle
secco il corpo senza più tremore
morte le verdi chiome che amavo accarezzare
e le tue vesti azzurrissime di mare;
 
madre che sei madre
e madre resti fino alla mia fine
madre sfigurata, madre di rovine
la nostra mano acuminata ti tagliò la gola
noi precipitammo dentro la ferita
aperta come un grembo all’ultimo respiro.

Madre non più madre
ecco la mia fine
scossa tuono gelido al confine
tra corpo arreso e cielo mutilato
l’occhio sbanda al buio interminato.



TA PROHM
di Stefania Bortoli (Thiene, VI)

Dentro il labirinto crescono grandi alberi
radici sospese vivono
sopra templi di cenere
sepolti per secoli allo sguardo.

In questa giungla disorientante
dentro antiche sculture di pietra Khmer
la natura intuisce un segreto.

Forse i vólti dei dèmoni nascondono
                                                       il mistero.



E SE DOMANI
di Angela Donna (Torino)

E se domani
-cominciando da oggi-
spento il riparo del televisore
togliessimo il velo
riscoprissimo il cielo
del vale la pena? del proviamoci ancora?
dell’insieme si può? Che è roba nostra
il borgo la terra la vita che vivo vicino al vicino
di casa al fratello di un altro paese ma qui accanto
oggi con me…
Se noi tutti cominciamo da oggi:
domani possiamo sperare
chissà forse di salvarci
insieme al Pianeta



qualcosa n 355
di Enrico Mario Lazzarin (Torino)

nel cuore piccolo di orbettino nell'occhio del cinghiale che ribalta le patate
nella tana del lupo e nel sogno della pecora tutto è sorprendente
illuminato dalla luna
anche l'ombra della pianura respira piano per far durare la luna e il colore
e la mattina non vorrebbe alzarlo il sole che la porta via lontano.



*
di Eleonora Marrone (Palermo)

Non senti anche tu
la solitudine
ch'è generata
dalla finzione
nell'aderire
alle irragionevoli
regole del mondo
mentre tutto intorno
la Natura parla
inascoltata



AURORA BOREALE
di Silvano Capussotti (Settimo Torinese, TO)

vedremo l'aurora boreale
senza il ghiaccio del continente australe
vedremo isole di polìmeri
senza animali effìmeri,
sarà normale una placca di titanio
che chiuda la calotta del cranio
vedremo tramonti fumosi
a coprire mari schiumosi
di colore viola o celestino
oltre ogni sogno divino
vedremo scimmie modificate
così simili a noi da non esser notate
vedremo lo sterminio di ogni parassita
conteremo i nemici sopra le dita
voleremo più in alto del sole
al di la delle stelle
e diventeremo un ricordo modificato
una stria di carbonio nel nero infinito



IL SERPENTE A SONAGLI  
di Grazia Valente (Torino)

Il serpente a sonagli lampeggiante
striscia sull’asfalto il ventre rovente
si snoda tra il cemento delle case
schizzando senza posa il suo veleno.
 
E noi, “Amici della Terra”
che tanto c’indigniamo
una a una lucidiamo le sue squame
sotto i rulli dell’autolavaggio.


(Foto di Felice Placenti)





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