ECOPOESIE - Collezione V

ECOPOESIE - COLLEZIONE V

Introduzione
La società odierna è alle prese con una vertiginosa ascesa nel campo scientifico e tecnologico, che dai libri di fantascienza si è repentinamente trasferito nella realtà quotidiana con tutti i suoi sofisticati marchingegni. È vero: garantiscono servizi utili, pratici e veloci. Tuttavia, per dirla con JRR Tolkien, "non tutto quel ch'è oro luccica".
Gli scienziati contemporanei e i loro predecessori hanno tentato di migliorare la qualità della vita, la nostra, su questo pianeta. Tentativo nobile, il loro, ma non è bastato. E così siamo giunti al tempo del mea culpa e, forse, a quello dei bagagli. Indubbiamente, prevenire sarebbe stato meglio che curare. La Terra boccheggia.
Gli autori presenti nella quinta Collezione, i quali Poetaretusei432 vivamente ringrazia, sono: Paola Puzzo Sagrado, Maria Bisignani, Raffaela Fazio, Egle Bolognesi, Marco Melillo, Raimondo Raimondi, Guido Oldani e Marcella Saggese.

Dario Randazzo
il 20 novembre 2021


L'ALBERO E DIO
di Paola Puzzo Sagrado (Ragusa)
 
Non sopporto
la mesta luce d’autunno.
Dietro i vetri, abbandonato dal bacio solare
vedo l’albero piangere tutte le sue foglie
rivelando la tresca dei rami.
 
Ad ottobre, quando le musiche
svelano la celata malinconia
e si allontanano le api
verso brulicanti dimore,
dopo l’estivo baccanale
si lascia ora il cuore
su cupi fondali
pigramente traghettare
sino alle diacce terre invernali.
 
È ora che il vento raduni
l’immenso gregge di nuvole.
 
È ora, luna, di vestire
triste sposa del mare,
di nuovo il candido velo.
 
E di nuovo eccoci spogli,
per Te trasparenti,
l’albero ed io.



NOTTE SUI MONTI CLIMITI
di Maria Bisignani (Siracusa)

Tenera
incipiente notte
lungo il sentiero
che si inerpica
sui Monti Climiti
fresche brezze notturne
mi invitano a inoltrarmi
nel bosco.
Passi sicuri guidati
da atavici ricordi.

Ecco la grande radura
circolare,
alberi grandiosi
come cavalieri indomiti
attorno a una tavola rotonda
mi inserisco fra di loro
stendo le braccia
sfioro i loro tronchi
non sono più me stessa,
mi rafforzo,
mi copro di frondoso verde,
sono a casa mia!

Indistinte voci di benvenuto
accarezzano i miei sensi
Io sono l'albero,
io appartengo al bosco,
profumi di muschi afrodisiaci
mi riempiono di languido torpore,
mi fanno scivolare
in una natura che mi appartiene,
non quantifico il tempo.

Ma dispettoso e imprevedibile,
un raggio di sole colpisce i miei occhi
mi muovo lentamente
guardo le mie mani
lunghe e diafane
piene ancora di raggi di luna.

Non ho sognato
sono tornata
ad una vita già vissuta.
Magica notte sui Climiti
dove gli alberi sono noi e
noi siamo gli alberi,
"fatata sorgente di vita".



NOTHING GOES TO WASTE
 di Raffaela Fazio (Arezzo)

L’anima resiste
            si converte
rigenera in talea
parti mancanti
 
così da una città
           una città nascosta
in bilico, a metà tra ciò che spunta
e il nero che si guasta.
 
Reti di materassi
lamiere cartongesso
assi di legno
                         il poco
qua diventa ingegno
rasenta
a tal punto la morte
              che parrebbe un’arte
se non avesse
tra costole e scarti
un bolo di fango
                        di freddo
 
e il muso ringhioso del fiume
a ingoiare
senza preavviso
quel tutto, quel niente
 
                a spostarlo
                a conati
                               più avanti.
 
Ma l’anima resiste.
Recupera oggetti
               e a loro concede
a intervalli
il riscatto, la rabbia.
Sta a galla.
Cerca un guado
               la salvezza o la fine
a volte
la bellezza persino
prima che accada.



C'ERA UNA LUCCIOLA
di Egle Bolognesi (Jolanda di Savoia, FE)

C'era una lucciola
là su quel prato
davanti alla casa,
la piccola casa
disabitata.
 
C'era una lucciola,
un punto di luce
guizzante nel buio,
la scia sottile
di un filo d'argento,
un segno, un disegno,
un ricamo adagiato
ora qui, ora là.
 
C'era una lucciola
a spasso nel buio
là su quel prato
e io l'ho trovata
o forse, soltanto
sognata.



CONTINUUM, PRIMAVERA
di Marco Melillo (Napoli)

Api in volo come magiche operaie
a piccoli salti suoni d’ambra di una pala
docilmente dimenata nel giardino
lidi vuoti posidonie rinsecchite
che attraversano a brandelli il litorale
scogli chiari melarance vieni qui
e qui pure scopri che non si può mai vedere
tutto fermo se non nella tua sembianza
e senza specchio: solo le parole
che nemmeno tu risparmi e pensi in volo
perché in volo ti vorresti insieme ai frutti
dentro i segni di quest’opera
ma neanche questo è tuo.



L'ORSO BIANCO 
di Raimondo Raimondi (Caltanissetta)

Viaggiare 
in un mondo parallelo 
popolato di demoni 
ingravidati di finta opulenza 
e di memoria corta. 
Memento di una shoah 
emozionale 
intima e solitaria. 
Possibilità di riflettere 
forse di capire. 
Ragazzine offerte 
su instagram 
dopo la mezzanotte 
provano scarpine strette 
il principe azzurro non esiste 
scolora alla prima lavata 
e il clima è impazzito 
colpa nostra dice Greta 
di noi che col denaro 
fabbricammo una fede 
rubando l’innocenza 
e il futuro ai nostri figli
e al mondo.

Epilogo anno 2050 
salvezza o armageddon? 
L’orso bianco attende 
sulla banchisa disgregata.



HELP!
di Guido Oldani (Melegnano, MI)

a dirla tutta, glasgow è reato,
un inferno per friggere il pianeta
che neanche dante avrebbe immaginato.
e poi la thunberg, con le predichine
ricorda in grigio un poco la mia nonna
mentre per pfizer che è un benefattore
siamo un becchime d’oro per galline.



LA FOGLIA DEL CICLAMINO
di Marcella Saggese (Torino)

Ho sperato per un attimo
ancora addormentata
che la foglia di ciclamino
fra le righe del marciapiede
fosse un segno di vita
cresciuta senz’avviso
in un angolo
della mia città sognata
in una grigia mattina di gennaio
un’erba di strada
una folata di vento
l’ha portata via
con il mio sogno


(Foto di Elisabetta Tagliamonte)



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