Ma guarda un po'...eta: Salvatore Solarino


Salvatore Solarino è nato il 24 maggio del 1954, a Catania. Lavora presso l'Az Reg Siciliana Agricoltura e Foreste. Negli anni 1972-76 frequenta l'Istituto Statale d'Arte della propria città, periodo in cui da outsider inizia a comporre le prime linche. Nel compreso tra metà anni Settanta e Ottanta compie continui spostamenti per l'Italia, l'Europa e il nord Africa. Riprende a studiare e consegue il diploma presso l'Istituto Industriale.
Ha pubblicato le raccolte di poesie: Eclisse (1995), Limite dell'Isola (1998), Da una Riva all'Altra (2003), Il Peso delle Cenere (2011), recensite su periodici e quotidiani locali. Ha scritto il saggio Valore di una Poesia "Il Cigno" di C. Baudelaire; seguono brevi monografie su Derek Walcott, A. Rimbaud e la Relazione dell'inferno, tenendone pubbliche letture.
Saggi e composizioni liriche sono state pubblicate su alcune riviste e periodici nazionali e locali. In diverse occasioni ha svolto il ruolo di coordinatore e partecipato a commissioni esaminatrici di premi letterari. È stato ospite per interviste e reading di poesie presso emittenti televisive locali. Ha ideato e curato le rassegne di poesia Ladri di Fuoco e Voci di Poeti.


DAL SILENZIO (da La vita segreta)

Che io ricordi qui nessun vento
dolce e forte come adesso mai
ha sparso tanta fragranza dalla terra,
ha reso incerto l'aggraziato volo
della bianca egretta o sfrangiato schiuma
dalla cresta di un'onda luminosa
che paragono ad una fronte pervicace
mossa in azione da un orizzonte lontano
che fiorisce di isole nascoste.
Ma entreremo mai in questa pace
dettata dagli elementi se dal silenzio
l'amore esplode in un grido
del desiderio inappagato.


IL PASSO QUIETO (da La vita segreta)

Il passo quieto affonda nella mota
sull'acqua torbida rimbalzano molli riflessi
tra alberi scheletrici e fasciami di canne marce,
solo il volo felpato dell'airone emana aloni di luce,
comunque vano inseguire il fulgore degli astri erratici
da quello squarcio provocato sul fosco orizzonte
se la palude inebriata di sangue mi afferra
dal fondo la caviglia per farmi ingoiare fango.


ALBERI (da La vita segreta)

Vibrano gli alberi come corpi 
che gioiscono della luce
e vi muore nei tronchi contorti
come un muto dolore.




[a cura di Salvatore Randazzo]

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